Per tutte le imprese innovare e digitalizzare sono diventate 2 parole obbligatorie a cui prestare moltissima attenzione, basti pensare che la maggior parte delle aziende che sono cresciute negli ultimi 5 anni sono quelle che hanno investito di più in ricerca e sviluppo. Le imprese edili non fanno eccezione, e hanno bisogno di trovare metodi innovativi per vendere, costruire e per seguire le nuove frontiere dell’edilizia.
Il Piano Nazionale Transizione 4.0, introdotto nella Legge di Bilancio 2020, ha messo in atto una vera riforma fiscale rispetto agli incentivi dal Piano “Industria/Impresa 4.0”, soprattutto per le imprese edili.
Come già specificato in altri articoli del blog di CRT Group, a livello nazionale, gli investimenti di ristrutturazione basati su incentivi fiscali sono passati da 9,4 miliardi nel 2008 a 33,7 miliardi nel 2022, con un aumento di più del 300%.
Fino ad ora infatti, con il bonus 110%, nel 2021-2022 sono stati accolti progetti per un totale di 33,7 miliardi di euro, 400 milioni in più di quanto previsto inizialmente (in particolare si può leggere questo articolo per approfondire).
Ecco i maggiori punti di interesse per gli imprenditori edili che vogliono avviare progetti di ristrutturazione edilizia sfruttando al meglio il Piano Nazionale Transizione 4.0:
1. Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali
Il credito d’imposta serve per supportare e incentivare le imprese che investono in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi (come ad esempio innovare comprando tutti gli strumenti per avere un involucro edilizio sostenibile o per effettuare una ristrutturazione edilizia per case passive).
Per tutti i beni materiali 4.0 si intendono tutti quegli strumenti e macchine utensili innovativi che possono servire ad un’impresa edile, questi beni hanno un’aliquota credito d’imposta del 40% per il 2022, per le spese comprese tra i 2,5 e i 10 milioni di euro, mentre scende al 10% per spese comprese fra i 10 e i 20 milioni di euro.
Per i beni non materiali 4.0 l’aliquota credito d’imposta sale al 20% delle spese fino a 1 milione di euro, e rientrano i software come siti web, applicazioni e piattaforme web, ma anche sistemi tecnologici per raccolta dati o marketing. Rientra in questa categoria tutto quello che può riguardare la digitalizzazione delle imprese edili.
I beni materiali o non materiali che però non sono 4.0, invece, godono di un ’aliquota credito d’imposta del 6% per il 2022.
2. Credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica
Questo credito d’imposta serve per stimolare gli investimenti in Ricerca e Sviluppo, Innovazione tecnologica, anche nell’ambito del paradigma 4.0 e dell’economia circolare, Design e ideazione estetica. Questo vale sia per progetti di ristrutturazione edilizia che per costruzioni da zero e può essere speso anche per avere nuovi dipendenti specializzati in queste tematiche.
Per il design e l’innovazione estetica e per l’innovazione tecnologica viene concesso un credito d’imposta del 10% per una spesa di massimo 2 milioni di euro, mentre per quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo il credito è del 20% per una spesa massima di 4 milioni di euro. Gli investimenti in lavoro agile e innovazione green il credito d’imposta invece è del 15%.
3. Credito d’imposta formazione 4.0
Il credito d’imposta in questione serve a sostenere le imprese nel processo di trasformazione tecnologica e digitale creando o consolidando le competenze nelle tecnologie abilitanti necessarie a realizzare il paradigma 4.0, riuscendo ad integrare nuova formazione ai collaboratori della nostra impresa.
Per questa categoria, e per tutta la formazione sia del personale aziendale che dell’imprenditore, il credito d’imposta è del 50% per un massimo di 300.000 euro di spesa per le piccole imprese, 40% fino a 250.000 euro per le medie imprese e 30% per un massimo di 250.000 per le grandi imprese.
Insomma, il Piano Nazionale Transizione 4.0 è una manna dal cielo per tutte le aziende edili che vogliono investire per stare al passo con la concorrenza, e possono godere di agevolazioni che vanno dalla ristrutturazione edilizia, all’involucro edilizio sostenibile fino alla formazione dei propri dipendenti.