L’impatto economico, sociale e ambientale del Superbonus 110%

 

Non solo un vantaggio economico, ma uno slancio verso il miglioramento ambientale e sociale: ecco il vero impatto degli incentivi del SuperEcobonus 110% che sono stati promossi in questi anni.

Dal punto di vista prettamente monetario, oltre alla maggiore occupazione, si sono registrati 4,8 miliardi di incremento di valore degli immobili interessati dalla riqualificazione energetica tramite il Superbonus 110%. Questo, ovviamente, ha aiutato l’ambiente, con investimenti volti non solo al presente ma anche e soprattutto al futuro.

 

Risparmio energetico e in bolletta

Secondo uno studio di Nomisma, i progetti portati a termine hanno abbattuto 242 mila tonnellate di emissioni di Co2, confermando gli ultimi trend e la bontà delle operazioni effettuate tramite il bonus. Grazie a soluzioni come il fotovoltaico e il cappotto termico le persone che hanno ristrutturato e riqualificato un immobile, oltre a fare del bene all’ambiente, hanno risparmiato oltre 500 euro all’anno sulla bolletta energetica, cifra che può aumentare dati i costi di energia che stanno lievitando in tutta Italia.

Il bonus ha permesso un incremento di quasi il 50% di potenza del fotovoltaico sul parco immobiliare italiano, dando così un notevole apporto di miglioramento nel processo di transizione ecologica, oltre a un risparmio energetico. 

Il risparmio complessivo, in termini monetari, mettendo assieme tutte le operazioni fatte in Italia con il Superbonus 110% risulta di 15,3 miliardi di euro. Questi dati rivelano la buona riuscita dell’operazione e l’impatto ambientale e sociale che hanno questi interventi governativi.

 

Il SuperEcobonus 110% triplica il valore economico

Guardando i dati di Enea (aggiornati al 31.08.2022), che monitora mensilmente i cantieri aperti con il Superbonus 110%, possiamo osservare che i cantieri aperti sono stati 243.907, di cui 35.321 nei condomini, 134.397 negli edifici unifamiliari e 74.184 nelle unità immobiliari funzionalmente indipendenti.

Da questi dati possiamo constatare che le detrazioni fiscali totali ammontano a 43 miliardi di euro, molto più di quello che inizialmente è stato previsto dal governo, e questo numero è destinato a salire da qui a fine 2022.

Ma perché questo dato non deve preoccupare?

Ogni costo che lo stato sostiene per il Superbonus 110%, secondo le stime di Nomisma, genera un valore triplo rispetto alla spesa. Infatti, gli incentivi non solo hanno effetto direttamente sulla produzione materiali, grazie alla richiesta maggiore di prodotti per la ristrutturazione, ma anche su tutta la catena dei servizi professionali che utilizzano tali materie prime. Entrambi poi ricadono su una maggiore richiesta di lavoro che si traduce in maggiore spesa e consumi da parte delle famiglie.

Quindi se moltiplichiamo per 3 gli investimenti fatti dallo stato per i cantieri aperti con il Superbonus, 43 miliardi di euro, possiamo dire che hanno generato un valore economico uguale a 129 miliardi di euro, circa uno scostamento del 7,5% del PIL.

 

Perchè non si può più aspettare a riqualificare energeticamente gli edifici?

Come detto, gli incentivi hanno sicuramente aiutato a comprendere l’importanza di agire velocemente su un patrimonio immobiliare che necessita di manutenzione.

Oggi più che mai l’esigenza di riqualificare gli edifici dal punto di vista energetico è vissuta certamente come un bisogno ambientale, ma è diventata in poco tempo un’urgenza per poter abbattere i costi in bolletta e avere nel lungo periodo un immobile in grado di essere autonomo e efficiente. Esigenze che fino a qualche mese fa erano meno sentite, oggi occupano un posto in primo piano per avere benefici concreti nel breve e lungo periodo.

Gli incentivi non hanno fatto altro che “svegliare” le coscienze sulla necessità di intervenire, i fatti di cronaca degli ultimi mesi hanno poi solo accelerato un processo già in atto e che dovrà necessariamente proseguire e accelerare ulteriormente. 

 

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