Gli ultimi due mesi dell’anno sono quelli in cui tutti i comparti del Paese tirano le somme.
Ovunque si leggono statistiche, confronti e previsioni di chiusura.
Tra queste, quelle del settore turistico, che complice il caldo anomalo di settembre e ottobre sta ancora raccogliendo i numeri su presenze e soggiorni.
Turisti italiani in calo nel Ponente ligure
A catturare la nostra attenzione, sono stati i dati relativi al turismo del Ponente ligure in luglio e agosto.
L’Osservatorio regionale [1] ha reso noto che tra le principali destinazioni turistiche della provincia di Imperia, è stata Ventimiglia a far la parte della Regina.
A trainare la città di confine sono stati gli ospiti internazionali.
In agosto, Ventimiglia ha registrato un +28,35% di turisti stranieri e un -10,82% di italiani.
Nonostante questo calo a due cifre, è stata l’unica tra le principali località turistiche di Ponente a chiudere luglio e agosto con un risultato positivo del +6,6% rispetto al 2022.
Secondo i dati di luglio e agosto, le altre località più conosciute della riviera hanno invece registrato chiusure a segno meno.
Prima tra tutte Sanremo, che nonostante il picco agostano di 73 mila presenze di turisti stranieri, ha comunque chiuso il mese con un segno negativo del -4.99% sul 2022.
Dopo l’uscita dei dati dell’Osservatorio regionale, i giornali locali hanno parlato di “tracollo” per Bordighera, così come per Diano Marina.
Titoli che hanno aperto un siparietto tra il Sindaco di Bordighera, amareggiato e offeso da dati a suo dire non aggiornati alle ottime performance di un settembre caldissimo, e l’Osservatorio.
Al di là di titoloni e scaramucce, ci sono almeno due dati su cui vale la pena riflettere.
- Il primo è quello del calo, per talune località anche rinomate, delle presenze di turisti italiani.
- Il secondo è che questo calo viene compensato da un aumento dei turisti stranieri.
Perché i turisti italiani diminuiscono?
Secondo gli albergatori, il calo è dovuto principalmente alla riduzione del potere d’acquisto dei consumatori italiani.
Una diminuita capacità di spesa di persone e famiglie, a fronte di un diffuso aumento dei prezzi degli hotel.
A soffrire di più sono proprio gli hotel di fascia media, perché il comparto extralberghiero e gli hotel di lusso non registrano risultati negativi.
Ma è solo una questione di prezzo?
L’Italia detiene un gran primato. È la prima in Europa e la terza nel mondo per numero di camere d’albergo.
Un primato che si ridimensiona se si considerano le dimensioni medie delle strutture alberghiere, che si insinuano su un territorio caratterizzato da piccoli borghi e città di Provincia, carente di grandi alberghi.
Al tema della dimensione degli hotel si aggiunge poi quello delle performance, cioè i tassi di occupazione delle camere.
Dati Istat registrano valori notevolmente più alti negli alberghi di categoria più elevata. Gli hotel a una o due stelle stanno rapidamente scomparendo, troppo lontani ormai dalle esigenze del mercato.
Al netto degli hotel di lusso, che non vivono crisi preoccupanti considerata la crescente concentrazione di ricchezza nelle mani di pochissimi [2] gli alberghi a 4 stelle registrano performance migliori rispetto ai tre stelle.
I turisti li scelgono perché sanno che mediamente troveranno camere e servizi superiori rispetto agli alberghi a tre stelle.
Eppure, sono proprio questi ultimi la base portante del turismo in Italia, considerato che rappresentano più del 50% dei posti letto totali.
Una percentuale importante ma che tuttavia patisce in misura maggiore la vetustà degli immobili.
Turisti in calo negli hotel a 3 stelle. Le nuove sfide degli albergatori
Gli italiani patiscono l’alta inflazione e la conseguente riduzione del potere d’acquisto.
Gli albergatori patiscono l’aumento esponenziale dei costi di gestione e la difficoltà a trovare personale.
Un mix devastante che di certo non fa bene all’hotellerie italiana di fascia media.
Abbiamo già parlato del calo delle presenze turistiche italiane denunciato da Federalberghi nei mesi di luglio e agosto 2023.
Tuttavia, nonostante il calo, gli alberghi detengono il primato delle preferenze, insieme agli appartamenti.
Un primato che nondimeno prende una nuova piega, quella della diminuzione dei giorni di permanenza.
Le famiglie affrontano le ristrettezze economiche con il detto “Poco ma buono”, in versione vacanza.
Una tendenza da cui gli albergatori dovrebbero partire per riflettere su nuove strategie da adottare per continuare a restare aperti con profitto, e non farsi fagocitare dal comparto extra-alberghiero.
Nuove strategie che necessitano di una visione a medio e lungo termine, che passa necessariamente da un rinnovo della propria offerta.
Un “restyling” che va affrontato sia dal punto di vista “hardware”, focalizzandosi su camere e spazi comuni, che “software”, inteso come proposta di servizi esperienziali per i propri ospiti.
Turismo “esperienziale” e “lusso di massa”
Una ricerca di Cassa Depositi e Prestiti ha individuato un’interessante polarizzazione del turismo italiano.
Da un lato, il turismo “esperienziale”, che privilegia il rapporto diretto con le popolazioni locali, scegliendo esperienze di viaggio il più possibile autentiche e a contatto con il paesaggio e l’ambiente.
Nuovi modelli di business legati alla sharing economy, che offrono ai viaggiatori opzioni inedite di alloggio, mobilità e visita, favorendo esperienze turistiche fuori dai tradizionali percorsi.
Dall’altro, il “lusso di massa”, interessato a offerte che rispondano all’esigenza di fuga dalla quotidianità verso ambienti di alta qualità. [3]
E che cos’è il lusso per un hotel di fascia media?
Sicuramente quell’attenzione al servizio verso gli ospiti all’interno di una dimensione informale, ma allo stesso tempo in grado di proporre un’offerta di alta qualità.
Cura del design degli ambienti, sia privati che comuni, pulizia, tecnologia e comfort.
Sono questi i margini di miglioramento su cui gli albergatori contemporanei devono lavorare per rinnovarsi.
Farlo, significherà restare al passo coi tempi ed essere in grado di intercettare e soddisfare le esigenze di target appartenenti a diverse generazioni.
Ospiti che mai come oggi si fanno portatori di valori anche molto diversi tra loro.
Una persona “senior” infatti (over 65 in pensione), ha necessità e pretese diverse da una appartenente alla GenZ.
La prima, per esempio, si concede volentieri una stanza di charme, mentre un GenX, valuta magari una struttura extra-alberghiera più economica per poi concedersi un trattamento spa o una cena in hotel.
E ancora, un “millenial” è solitamente molto attento al rapporto qualità/prezzo. Si affida alle recensioni on line per scegliere e solitamente richiede ambienti dinamici, moderni e di design, con ottima dotazione tecnologica e spazi condivisi.
In Italia troppi hotel datati. La visione di CRT Group
Queste considerazioni sui dati relativi all’hotellerie italiana aggiungono linfa e valore ai nuovi progetti del gruppo CRT, General Contractor che affonda le sue radici nell’imprenditorialità italiana sin dal 1958.
Quel “lusso di massa” raccontato nel report di CDP, diventa l’ossimoro che costituisce la chiave di volta su cui le strutture alberghiere di fascia media possono ragionare e investire.
Un nuovo approccio per una nuova generazione di hotel a tre stelle, la cui mission potrebbe essere “portare il lusso nella vacanza dell’italiano medio”.
Lo stesso italiano che non può più permettersi quindici giorni in hotel, ma che pretende la massima soddisfazione dai pochi che concede a sé e alla propria famiglia.
Anche per un hotel a 3 stelle, è possibile soddisfare tutti i target.
Per farlo, deve allargare lo sguardo e comprendere che una struttura vetusta, magari mai rinnovata, non può vivere ancora a lungo.
Qui si inserisce il progetto 5y5tema. Un metodo ideato e brevettato da CRT Group, nato dall’ascolto delle esigenze e dei problemi degli albergatori.
Prime tra tutte la necessità di non chiudere e il contenimento dei costi.
Il punto di partenza di un intervento del modello 5y5tema è sempre il perimetro della stanza. Grazie a un innovativo sistema di pannellature di design, si modellano gli spazi “rubando” uno spessore di soli 5,5 cm.
L’obiettivo è “ristrutturare arredando”.
Si può riqualificare una camera d’albergo senza interventi edili e impiantistici invasivi in 48 ore.
Un restyling completo che mette d’accordo tutti.
L’albergatore, che rinnova la propria immagine adeguando al contempo gli impianti elettrici e abbattendo i consumi. Rispetto a prima, può vendere la stanza ad un prezzo più alto che i clienti sono disposti a pagare.
Gli ospiti, che trovano ambienti evocativi che traggono ispirazione da uno dei quattro elementi scelti: “vino”, “bosco”, “terra” e “mare”.
Un metodo innovativo che dà vita a una nuova generazione di hotel a tre stelle, moderni e di design, capaci di coinvolgere grazie a colori, arredi e illuminazione e di concretizzare quel “lusso di massa” che anche i consumatori di fascia media richiedono.
1.Fonte: Sito web Regione Liguria
2.Secondo un articolo de “Il Sole 24 Ore” del 21.01.2023, la ricchezza nelle mani del 5% più ricco degli italiani (titolare del 41,7% della ricchezza nazionale netta) a fine 2021, è superiore a quella detenuta dall’80% più povero, fermo al 31,4%.
3.Fonte: “Il sistema alberghiero italiano. Sfide e opportunità”. I quaderni di CDP
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