Dove andrà il mercato delle costruzioni senza Superbonus? La domanda rimbalza da più parti, alla luce di quelli che sono stati i dati più recenti. Secondo le proiezioni del Rapporto Federcostruzioni, presentato oggi durante l’evento inaugurale di SAIE– la Fiera delle Costruzioni: progettazione, edilizia, impianti, in corso fino al 21 ottobre alla Fiera del Levante diBari i bonus edilizi sono stati determinanti nel risollevare il mercato dell’edilizia. I numeri del 2022, confrontati con quelli già molto positivi del 2021, parlano chiaro: il comparto delle costruzioni ha raggiunto un valore totale della produzione di circa 600 miliardi di euro, con un aumento di ben +100 miliardi (+19,6%) rispetto all’anno precedente, dovuto soprattutto all’impatto decisivo dei bonus fiscali e del PNRR. Degli investimenti previsti dal PNRR, 108 miliardi riguardano proprio il mondo delle costruzioni e, in più, emerge che il 78% della spesa già fatta del PNRR riguarda investimenti in costruzioni. Buone notizie anche sul fronte occupazione: a fine 2022 il numero di addetti era di poco più di 3 milioni di unità, ben 250mila unità in più (+9%) sul 2021.
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Il calo del mese di agosto
Il futuro del settore nei prossimi mesi potrebbe non essere così roseo come ci si aspetta. “Il mercato delle costruzioni negli ultimi anni ha assorbito diverse crisi – dice Giorgio Lombardo, nuovo direttore generale Crt – e la crescita dei tassi di interesse non ha aiutato. Il problema è il calo dell’ingegneria civile. Se oggi se ne fa meno, domani ci saranno meno lavori. Questo porta a una diminuzione degli interventi. C’è uno studio fatto dall’associazione dei notai che dice che la difficoltà di accesso ai mutui peggiorerà del 17% il settore delle costruzioni. Le famiglie hanno bisogno di accedere ai mutui. È un momento congiunturale particolare”. In un momento dove prevale la crisi dei finanziamenti e le difficoltà di accedere a un mutuo, il Superbonus con tutti gli altri eco bonus si era configurato come un’ancora di salvezza per molte imprese. “La maggior parte del fatturato di quest’anno e dell’anno passato – continua Lombardi – l’ho fatto con il Superbonus, che non riguarda soltanto l’economia, ma porta con sé anche diversi aspetti aziendali”.
Anche senza Superbonus l’efficientamento energetico è da fare
La direttiva europea Casa Green stabilisce che gli edifici residenziali dovranno raggiungere, come minimo, la classe di prestazione energetica E entro il 2030, e la classe D entro il 2033, per poi toccare il net-zero al 2050. In questo contesto, il Superbonus e gli altri incentivi hanno supportato la capacità di spesa delle famiglie, come conferma il Centro Studi ANCE, che ha stimato al 30 settembre 2023, circa 430.000 interventi di efficientamento energetico. “L’efficientamento – continua – è un tema fondamentale per il nostro futuro, poiché la maggior parte degli edifici risale a prima del 1980, prima dell’avvento delle prime norme sulle questioni energetiche. Noi abbiamo estremo bisogno di efficientarli. Non farlo pregiudica l’ambiente. L’incertezza politica mette in crisi questa operazione”. L’altro tema che preoccupa è il crollo del mercato immobiliare cinese. “Per il momento sembra una questione limitata al mercato interno cinese – dice – ma non dimentichiamoci quanto è successo nel 2008 con i mutui subprime”. Intanto in Italia si cerca di risolvere, sempre connesso al Superbonus, il problema dei crediti incagliati.
” È urgente poi risolvere la problematica dei crediti incagliati e concedere proroga per i lavori già in corso relativi al Superbonus 110%” dice Paola Marone, Presidente di Federcostruzioni.